Roberto Cuppone
Roberto Cuppone
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Queste tre imprese di Alessandro Fersen, regista genovese di origine polacca fra i più interessanti e misconosciuti del dopoguerra, fra scrittura, pedagogia e multimedialità, rappresentano un vero e proprio “ciclo” con cui alla fine degli anni Cinquanta l’autore persegue una esplicita reinvenzione del teatro come spettacolo. Caso unico in Italia, crede di trovare nel mito delle maschere (ormai filtrato dal romanticismo francese) la via per un inedito connubio fra teatro e televisione: in una RAI agli albori e già avvezza a diffondere prodotti teatrali di “tranquillo” successo (Govi, Baseggio) sogna un modello nazionale e internazionale insieme, storico e attuale, popolare e di cultura: quello appunto di una “Commedia dell’Arte”, per la prima e ultima volta, in bianco e nero. Roberto Cuppone è attore e studioso di teatro: ha partecipato o diretto spettacoli con Losey, Nanni, Scaparro, Marcucci, De Bosio, Costa, Boso, Soleri, Merisi, Micol, Maag, Foà, Degli Esposti, Pagliai; scritto circa quaranta testi rappresentati e tenuto lezioni a Parigi, Budapest, Londra, Marilia, Nicosia, Bucarest, Katowice; pubblicato Teatri, città (Venezia 1991), L’invenzione della commedia dell’arte (Torino 1998), CDA, sogno romantico. Il mito della commedia dell’arte nell’Ottocento francese (Roma 2000) e curato le edizioni de La cameriera brillante di Goldoni (Venezia 2002, Edizione Nazionale) e di Strampalata in rosablu di Palmieri (Pesaro 2003); dopo Torino, Venezia e Trento, insegna ora all’università di Genova.
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